Com’è nato
Il Parco Archeologico e Culturale di Tuscolo si estende su un’area di circa 50 ettari di proprietà della XI Comunità Montana del Lazio che nel 1984 acquistò i terreni con i resti archeologici dell’antica Tusculum da Livia, Giovanni e Camillo Aldobrandini.
La decisione dell’acquisto, maturò nella convinzione che il sito archeologico fosse uno dei simboli più rilevanti dell’identità stessa dei Castelli Romani, dal quale partire per un ambizioso progetto di valorizzazione territoriale. L’obiettivo finale è sempre stato infatti, favorire una crescita culturale ma anche turistica ed economica del territorio tuscolano, attraverso la riscoperta e valorizzazione di questo importante area archeologica.
Nonostante le difficoltà legate alla gestione di un luogo così complesso, la Comunità Montana negli anni ha promosso diversi iniziative che hanno portato il Tuscolo ad essere non più solo un luogo di svago all’aria aperta, ma un parco archeologico di primaria importanza.
Tra le primissime azioni messe in atto dalla Comunità Montana, uno studio topografico commissionato ad inizi anni Novanta a Lorenzo Quilici e Stefania Quilici Gigli che ha di fatto segnato la ripresa degli studi sul sito e posto le basi per l’avvio del progetto di ricerca della Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma- CSIC nel 1994.
Il progetto di ricerca Tusculum, tuttora in corso, in quasi trent’anni di scavi e studi ha permesso di ricostruire lo sviluppo cronologico e topografico della città antica e di riportare il sito al centro dell’interesse della comunità scientifica.
Alle ricerche dell’Ente spagnolo si sommano poi, gli interventi archeologici promossi direttamente dalla Comunità Montana, che hanno interessato principalmente il santuario extra-urbano, l’anfiteatro e più recentemente l’edificio termale nell’area dell’ex- parcheggio.
Fin da subito si è cercato di richiamare sul sito anche l’attenzione del pubblico più vasto. Momento fondamentale è stato nel 2003 la riapertura del teatro romano agli spettacoli, con una memorabile performance di Giorgio Albertazzi nei panni dell’imperatore Adriano. È stata quindi avviata una collaborazione con il Teatro di Roma prima e l’Istituto Nazionale del Dramma Antico di Siracusa poi, che ha consentito nei dieci anni successivi, la messa in scena di opere legate alla tradizione del teatro classico greco e latino con attori di fama.
In tempi più recenti, la tradizione del teatro classico è stata invece affidata ai giovani che dal 2017 attraverso il Festival del Teatro Scolastico “Le Tuscolane” portano in scena il lavoro svolto nell’ambito dei laboratori teatrali scolastici.
Dal momento dell’acquisto tuttavia, molti degli sforzi e delle risorse economiche a disposizione sono state destinate soprattutto al miglioramento delle condizioni di fruizione dell’intera area, nel pieno rispetto del valore ambientale del luogo. A questo proposito, per garantire una migliore organicità degli interventi, nel 2007 è stato commissionato uno “Studio di Fattibilità del Parco Archeologico Culturale di Tuscolo” al quale fanno riferimento tutte le azioni ad oggi realizzate.
Tra i principali interventi realizzati, l’inaugurazione nel 2010 di un percorso visita nell’area del foro, al termine delle ricerche condotte dalla EEHAR -CSIC sull’area monumentale. Il percorso, realizzato con fondi europei, ha permesso di proporre per la prima volta ai visitatori una fruizione organizzata e consapevole degli edifici del foro e del teatro in collaborazione con l’Associazione GAL Latium Vetus.
Nel 2012 con fondi dell’ex Provincia di Roma e un cofinanziamento della Comunità Montana sono state realizzate due aree parcheggio, propedeutiche alla riorganizzazione generale delle modalità di fruizione dell’intero Parco che si stava contemporaneamente realizzando con il progetto “Tuscolo, luogo di leggende e natura”, finanziato anche questo con fondi europei e concluso l’anno seguente.
Al centro del nuovo progetto la trasformazione nel 2013 dell’area attrezzata nel nuovo punto di accesso al Parco Archeologico e Culturale con lo spostamento dell’edificio adibito a biglietteria/centro accoglienza e la creazione di un punto ristoro, ad integrare i tavoli e bracieri già presenti.
Altro elemento fondamentale del progetto, l’ampliamento del percorso visita che, partendo dall’area attrezzata e snodandosi lungo la Via dei Sepolcri, ha permesso di includere anche i resti del santuario extra-urbano e quelli di un edificio termale rinvenuto nel piazzale fino a quel momento utilizzato come parcheggio.
Sempre nel 2013, a conclusione dei lavori e a seguito di bando pubblico, fu affidata in via sperimentale all’ATS Tusculum la gestione dei servizi ai visitatori e di animazione culturale del Parco Archeologico e Culturale di Tuscolo.
Il progetto di gestione presentato dall’ATS Tusculum -raggruppamento, formato dalle associazioni Semintesta (capofila), Gruppo Archeologico Latino Latium Vetus, U Lengheru Nero, Alchimia, Capodarco, Associazione Tuscolana Solidarietà- affiancava ai classici servizi di biglietteria, visite guidate, ecc., un programma di animazione culturale partecipata. I risultati raggiunti nei quattro anni di gestione hanno confermavano la bontà della scelta dell’Amministrazione di proporre una fruizione più strutturata e consapevole di Tuscolo, con il supporto delle realtà territoriali.
L’esito positivo di questa esperienza è stato riconosciuto anche a livello regionale, con l’inserimento del caso di Tuscolo nel Catalogo regionale delle Buone pratiche culturali, mentre su scala internazionale è stato oggetto di studio nell’ambito di un progetto bilaterale fra Italia e Cina, coordinato dall’ex Istituto per la Conservazione e Valorizzazione dei Beni Culturali del CNR – oggi ISPC – e relativo allo scambio di buone pratiche per la valorizzazione e gestione di siti culturali.
Nel 2019, al termine di nuovi importanti lavori di riqualificazione, ha preso avvio una nuova stagione del Parco Archeologico e Culturale.
Il 10 aprile 2019 il Parco ha ufficialmente riaperto al pubblico con un nuovo percorso all’interno dell’area monumentale finalizzato a valorizzare gli edifici del lato meridionale del foro, oggetto di recenti restauri, e l’area della basilica forense al centro delle nuove ricerche della EEHAR.
Contestualmente, superata la fase sperimentale degli anni precedenti, è stata affidata in concessione ad un soggetto imprenditoriale la gestione dei servizi ai visitatori con l’obiettivo di migliorarne l’offerta, ma anche di favorire la creazione di posti di lavoro e mettere in campo strategie di marketing e comunicazione, che potessero promuovere il Parco su più scale territoriali.
Ciò nonostante, in continuità con la passata esperienza, è stato mantenuto il coinvolgimento dell’associazionismo locale nelle attività di animazione culturale.
Sebbene il sito abbia tutte le caratteristiche, anche organizzative, di un vero e proprio parco archeologico, ad oggi non è stato ancora possibile costituire formalmente il Parco Archeologico e Culturale di Tuscolo.
Negli anni sono stati presentate diverse iniziative legislative in tal senso – l’ultima il DDL n. 2663 del 25/01/2017- e nel 2010 i vari Enti con competenza su Tuscolo (Comunità Montana, Regione Lazio, l’ex Provincia di Roma, Ministero dei Beni Culturali, Parco Regionale Naturale dei Castelli Romani e i Comuni di Frascati, Monte Porzio Catone, Grottaferrata e Monte Compatri) fu tentato anche un percorso amministrativo “dal basso”, interrottosi due anni dopo a causa dell’incertezza normativa in materia di Parchi Archeologici.
Il 23 gennaio 2020 nell’ambito del seminario “Tusculum 1994-2019 e oltre: da Tusculum al Parco Archeologico e Culturale” presso la Macroarea di Lettere all’Università Tor Vergata di Roma, si è tornati a riflettere sul tema e si sta attualmente lavorando per definire sia l’iter amministrativo da intraprendere che le future azioni necessarie.